Presunta scomparsa by Harlan Coben

Presunta scomparsa by Harlan Coben

autore:Harlan Coben [Coben, Harlan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Longanesi
pubblicato: 2024-10-27T23:00:00+00:00


24

Jessica parcheggiò davanti alla casa che Nancy Serat aveva affittato per il semestre. Era più che altro una villetta e si trovava alla fine di una strada buia, a circa un miglio dal campus dell’Università di Reston. Benché fosse notte, Jessica riusciva a distinguere la tonalità rosa salmone della casa, che sembrava stonare con il vicinato. Il paesaggio circostante aveva qualcosa di tetro, sembrava che gli alberi fossero morti: il cortile di casa della famiglia Addams. L’indirizzo sbiadito era stampato su un’insegna danneggiata dalle intemperie: 118 ACRE STREET. Nel vialetto era parcheggiata una Honda Accord blu con un adesivo dell’Università di Reston.

Jessica si diresse verso le pietre sconnesse di quello che un tempo doveva essere stato un sentiero di cemento. Suonò il campanello e sentì subito un rumore di passi. Passarono parecchi secondi ma nessuno andò alla porta. Riprovò. Questa volta non si sentì nulla. Silenzio assoluto. «Nancy? Sono Jessica Culver.»

Suonò il campanello un paio di volte ancora. La casa era piccola; impossibile che non l’avesse sentito, a meno che Nancy non fosse sotto la doccia. O forse no. Attraverso le tende della finestra si vedeva chiaramente che le luci erano accese. L’auto era nel vialetto e Jessica aveva sentito dei movimenti.

Nancy doveva essere in casa, per forza.

Jessica allungò la mano verso la maniglia. In condizioni normali il buon senso le avrebbe probabilmente impedito di aprire la porta di un’estranea (aveva incontrato Nancy solo una volta). Ma le condizioni in cui si trovava non erano affatto normali. Afferrò la maniglia e la girò.

Chiusa.

E adesso?

Rimase davanti alla porta altri cinque minuti suonando il campanello. Ancora nessuna risposta. Jessica fece un giro intorno alla casa, orientandosi con il fascio di luce di un lampione lontano e le luci della casa. Inciampò su un triciclo che sembrava recuperato da uno scavo archeologico. I piedi le si impigliarono nell’erba alta; i fili pungenti le solleticavano i polpacci. Mentre faceva il giro della casa, Jessica sbirciava attraverso le piccole fessure delle tende abbassate. Riusciva a distinguere le stanze e a scorgere qualche mobile o parete attrezzata ma nessuna persona.

Dal cortile sul retro vide che in cucina le tende non erano tirate e che le luci erano spente. Su quel lato c’era buio pesto. Il rosa brillante della facciata era spento e opaco poiché non era illuminato dal lampione. Sbirciò attraverso la finestra della cucina, stringendo le mani intorno al viso per eliminare il riflesso. Una lama di luce proveniente dal corridoio trafisse l’oscurità della stanza. Sul tavolo c’erano una borsa e un mazzo di chiavi.

Qualcuno era in casa.

Un rumore alle sue spalle la fece trasalire. Jessica si voltò, ma era troppo buio per capire cosa fosse. Il cuore le batteva all’impazzata. I grilli frinivano senza tregua. Batté sulla porta con entrambi i pugni.

«Nancy! Nancy!»

Sentì il panico nella sua voce e si rimproverò per questo. Datti una calmata. Ti stai spaventando da sola. Si calmò, inspirò profondamente e si tranquillizzò. Sbirciò di nuovo attraverso la finestra, premendo il viso contro il vetro. Stava osservando di nuovo quel fascio di luce quando lo vide.



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